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Il lettore di questo libro si troverà di fronte a meccaniche di precisione, piani studiati al dettaglio, abilità speciali e divinazioni - miracoli! - tutti immancabilmente destinati a risultati imprevisti o casuali, insoddisfazioni, semifallimenti, scappatoie e talvolta persino inconcludenti relazioni amorose. Al pescivendolo Barthélémy, per esempio, capita di inventare il moto perpetuo; ma come dimostrarlo? Non è detto che il riconoscimento sia degno dell'impresa. E anche Medardo, il campanaro di San Quintino, sapeva trasformare l'acqua in vino con uno starnuto, ma poi si è domandato: siamo sicuri che mi convenga sbandierarlo ai quattro venti? Evidentemente il talento non vale niente senza la testa, la fortuna, o senza delle buone ragioni per usarlo. Per dire, forse l'ingegner Berlancourt avrebbe riconquistato sua moglie scappata col meteorologo, se si fosse trattenuto dal muovere le sue orecchie. A pensarci bene c'entra spesso una donna in queste storie... non è che sono loro a mettere il bastone fra le ruote? Che poi, se è sempre Jacques Bens a scrivere, che gli costava dargli una mano in più a questi suoi uomini disincantati? Certi personaggi hanno il destino segnato, sembra dirci l'autore. E fra le scienze inesatte la letteratura è in assoluto la peggiore.